Quando sono stata operata

Alle 7 e 15 sono già in ospedale, l’appuntamento è per le 7 e 30 ma ho fretta.

Taglia taglia taglia togli questa cosa che mi vuol mangiare, che mi vuol consumare.

E’ un pensiero costante, un mantra: togli togli togli tutto. In reparto hanno dei contrattempi e il mio intervento slitta.

Alle 19 della stessa giornata sono diligentemente seduta nel letto che mi hanno assegnato. Aspetto e leggo, leggo e aspetto.

E’ tutto il giorno che aspetto.

Arriva il chirurgo, si scusa “Sai un’urgenza, una grave… rimandiamo a domani” Lo guardo” Io non passo una notte qui ad aspettare” Silenzio, ci pensa.

“ Se trovo qualcuno che mi coadiuva ti opero lo stesso adesso, ma non ho l’anestesista. Tutto in locale, preparati è dura”. Sono preparata, sono 10 giorni che sono preparata. Taglia, togli, togli, taglia. “Ok come dice John Wayne: Dov’è il whisky?

“Faccio la dura vado in sala operatoria con le mie gambe. Il gruppo dell’ultimo minuto mi accoglie. Grazie per gli straordinari cari dottori! Non ce l’avrei fatta ad aspettare tutta una notte.

Mi preparano, si preparano, è tardi e sono stanchi, accendono la radio. Si lavora meglio con la musica.

Ma Radio Maria no, per piacere cambiate canale!

Non sono ancora morta.

D.R.

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