Quando l’ho detto alla mia famiglia

Oddio!

Ho questa busta in mano, ho questo magone dentro.

Ma non posso non dirlo, non posso arrangiarmi come sempre, come mi verrebbe spontaneo fare. Come posso scomparire da casa per il tempo necessario all’intervento, tornare con tubi tubicini bendaggi e….

Oplà sono qui ed ho una tetta in meno. Ne parlo con mio marito che rimane fulminato.

Commento :“pensavo che mi sarei ammalato io, con la mia eredità genetica, non tu. Che si fa?” Risposta: “già telefonato a XXX ,mio vecchio compagno di liceo e ora chirurgo in Daysurgery. Tra due giorni mi riceve, mi spiega come funziona e poi mi opera”. 

E dirlo a mio figlio che di anni ne ha solo 15 ed è un’età così ingrata, così difficile? Glielo comunico la mattina prima di essere ricoverata. E’ seduto sul letto, mi guarda e mi domanda: “ Ma ti fanno anche quelle cose per cui perdi tutti i capelli?”

Oddio, alle chemio ancora non avevo ancora pensato. La mia attenzione era concentrata sul taglia e cuci e al sistema migliore per ridurre la degenza.

Scopro improvvisamente che la mia visione si è ristretta ad un passo avanti l’altro. Né di più né di meno…. Un passo alla volta. E così sarà da ora e per sempre. Adesso tagliamo

D.R.

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